
In riferimento ai fatti accaduti durante la gara di DR1 disputata nei giorni scorsi il Presidente del Comitato Regionale Fip Veneto, Fabio Crivellaro, assieme al presidente del CIA Veneto, Antonio Florian, e a tutto il Consiglio Regionale, vogliono condannare l’ennesimo episodio di insulti nei confronti di un arbitro.
Non è più tollerabile, né tanto meno comprensibile, che persone adulte, tanto più anch’esse madri o padri, rivolgano parole vergognose o inviti spregevoli nei confronti di chi arbitra le gare dei campionati.
“Prima di tutto, da parte mia e di tutto il Comitato regionale un grande abbraccio e solidarietà̀ all’arbitro coinvolto – le parole del Presidente regionale, Fabio Crivellaro – Ritengo incommentabile quanto accaduto sabato scorso, non solo per l’insulto, ma anche per la sua gravità. Non è più̀ accettabile che nel 2025 ci siano genitori o spettatori che scambino i palasport per degli sfogatoi o delle terre franche. È necessario tornare a un rispetto generale dell’essere umano, in modo particolare considerando che lo sport è fattore di unità, divertimento, amicizie e crescita personale.
Come Federazione regionale chiediamo massima collaborazione alle società̀ affinché̀ episodi del genere non accadano nuovamente nelle nostre palestre e invito tutti i genitori che entrano in un palasport a pensare a tifare e non a insultare: su quei parquet potrebbe esserci loro figlio o una loro figlia, e non è una divisa grigia che concede licenze tutt’altro che poetiche. Torniamo a respirare un clima di sano spirito sportivo, pensando più̀ al basket giocato che alle polemiche”.
Solidarietà all’arbitro e dura condanna di quanto accaduto anche da parte del Presidente del CIA Veneto, Antonio Florian:
“Da parte del Cia Regionale, di tutti gli arbitri ed Udc del Veneto, desidero esprimere la totale solidarietà nei confronti dell’arbitro che suo malgrado è stata oggetto degli insulti da parte tifosi nella gara di sabato scorso – le parole di Florian – Purtroppo la mancanza delle più elementari forme di educazione e rispetto, associate ad una totale assenza di cultura sportiva, producono queste conseguenze: dove i supporter sono pronti a incoraggiare i giocatori della propria squadra, anche quando commettono errori clamorosi, ma non accettano se, a loro insindacabile giudizio, sia un arbitro a sbagliare. Se appurato è sconcertante infine osservare che l’autore o uno degli autori delle frasi offensive proferite all’arbitro, sia una donna oltre che madre”.